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Questa non è la biografia romanzata di Cassandra, la mitologica profetessa inascoltata figlia di Ecuba e del re di Troia Priamo, bensì un diario scritto in prima persona sottoforma di flusso di coscienza. La Wolf non ci mette di fronte ad una trama, non esiste una linearità nel racconto ed i protagonisti che ruotano intorno alla vita della profetessa sono chiamati e richiamati a seconda di come irrompono nei pensieri della donna. Cassandra racconta la sua vita attraverso un flusso inarrestabile di ricordi, immagini, volti, parole e sensazioni. E’ come se fosse in preda ad un delirio pre-morte, salta da un episodio all’altro della sua vita con continui flash back e flash forward, senza seguire un filo conduttore logico; le sue riflessioni vengono trascritte in questo monologo/confessione così come compaiono nella sua mente. Christa Wolf racconta di come trasse l’ispirazione per comporre questo romanzo durante un viaggio con il marito a Micene: quando si trovò al varco della Porta dei Leoni, la monumentale entrata della rocca della città, fu colta da una sensazione molto forte di immedesimazione con le vicende dell’eroina e cominciò ad avvertire la necessità di darle voce, come se fosse piombata in uno stato di trance ipnotico. Fu proprio davanti alla porta dei leoni infatti che Cassandra viene condotta prigioniera dal vincitore Agamennone, in attesa di essere giustiziata dalla moglie Clitennestra. La guerra di Troia è finita, e Cassandra attende rinchiusa nella fortezza di Micene che si compia il suo destino. La morte è vicina, talmente vicina che i ricordi cominciano ad affacciarsi nella sua mente come un fiume in piena: le immagini della fanciullezza, dell’adolescenza, l’amore per Enea, l’amicizia con la sua ancella Marpessa, i lunghi e rovinosi anni della guerra di Troia contro i greci capeggiati da Achille, orribile bestia assetata di sangue che nulla aveva di eroico a suoi occhi . Arrivano poi i dolci ricordi legati alle donne che presso le acque del fiume Scamandro diedero vita ad una comunità femminile che accoglie Cassandra esule dal palazzo reale, un luogo di pace in cui le dissidenti politiche e sociali si dedicano al culto di Cibele, in armonia con la natura. Ed infine, a compimento di un destino che Cassandra aveva già profetizzato a suo padre, le immagini richiamano alla mente l’arrivo delle Amazzoni comandate dalla regina Pentesilea, donna coraggiosa e bellissima, arruolata da Priamo in seguito alla caduta in battaglia del figlio Ettore. Anch’essa verrà uccisa da Achille, quando ormai la guerra sta volgendo al termine.
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Di Cassandra profetessa si parla pochissimo; l’attenzione è rivolta alla donna più che al mito, sacerdotessa del dio Apollo e figlia prediletta del re Priamo. Una donna che, come apprendiamo durante la lettura, compie una profonda evoluzione interiore che la allontanerà drasticamente da suo padre e dalle stanze del potere che ha sempre abitato. Apprenderà sconvolta che il ratto della bella Elena non è altro che una simulazione: le vere ragioni della guerra sono politiche, ed hanno come unico scopo il controllo dell’Ellesponto. Pienamente consapevole dell’assurdità di questo gioco di potere si rifiuterà di sostenere suo padre nella folle guerra contro i Greci, e per questo verrà allontanata come una reietta. Quella che fu la figlia tanto amata da Priamo si stringerà quindi attorno al saggio Anchise, il padre di Enea, l’uomo che, amato da Venere, accolse dentro di sé l’antico sapere femminile e che insegnerà a Cassandra un altro modo di vivere, più autentico ed umano, in cui il suo essere donna e profetessa acquisteranno finalmente un significato ed un valore profondamente rispettato.
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Il romanzo è intriso delle tematiche socio-politiche care alla Wolf, ma bisogna conoscere quest’importante intellettuale moderna per comprenderle e per estrapolarle dal contesto. Qualcosa si intuisce, ma non è abbastanza. Forse un giorno riprenderò in mano questo romanzo, cercando di addentrarmi nella lettura con lo spirito giusto e soprattutto non farmi distrarre dai continui salti temporali e dallo stile ampolloso che non rende agile la lettura. E’ stata una lettura molto difficile, mi ha portato via diverso tempo nonostante la brevità del testo e non sono affatto sicura di aver reso giustizia ad un romanzo così impegnativo, riservato probabilmente ad un pubblico più esclusivo. Cosa che, naturalmente, io non sono. Io sono solo una lettrice.
🔖TE LO CONSIGLIO SE:
- Sei affascinato dalle figure mitologiche;
- Il “flusso di coscienza” non ti scoraggia;
- Ogni tanto vuoi sfidare te stesso con letture impegnative