Natale 1983

Dicembre 1983, o giù di lì. Una bambina e il suo papà escono di casa nella pallida luce del pomeriggio invernale, con sacchetti da riempire e molte cose di cui occuparsi. Raccolgono il muschio raschiandolo dalle pietre umide con un coltello, piano piano affinché non si sfaldi il terriccio, poi scelgono con cura una manciata di sassolini piccoli e piatti, che serviranno a tracciare la strada fino alla grotta in cui giace Gesù bambino. Con le mani ancora sporche di terra bagnata sagomano la carta di vecchi giornali per inventarsi le montagne, brulle e aride proprio come quelle di Betlemme. Il papà prende un paio di scatole da scarpe e disegna il profilo delle casette dei pastori, del falegname, del fornaio e del pescivendolo, per poi adagiarle, una volta dipinte con gli acquerelli, sul letto di muschio. La mamma ritaglia nella carta stagnola un fiume d’argento, dopo di che tira fuori dalla sua borsa un piccolo specchio senza cornice, per regalare al presepe anche un laghetto. Il cielo dietro alle montagne è un grande foglio di carta blu, con al centro il disegno sghembo di una stella cometa.

Ora è tutto pronto.

Ora è finalmente Natale.